31/08/16

Egitto parte 1


Ho passato quattro settimane nella terra dei Faraoni. Quattro bellissime settimane ricche di imprevisti, scoperte e novità che mi hanno permesso di aprire la mente, guardare oltre e apprezzare in pieno il mio Paese. Perché in fondo noi italiani siamo un po' cosi.
Ci piace disprezzare la nostra terra, ci piace farci dare dei coglioni, (ci diano noi stessi dei coglioni specialmente con gli stranieri) ma in fondo amiamo il nostro Stivale.
Nel bene o nel male noi sappiamo di stare bene e mi dispiace quando la gente sputa nel piatto in cui mangia, scappa e rinnega la propria terra, perché tutto il mondo è Paese e io di certo preferisco essere italiana che tedesca o inglese o francese.
L'Italia mafiosa ok, ma l'italia si pulisce il sedere molto a fondo e direi che in Europa e nel mondo sono proprio pochi a farlo :D

Dico questo perché in qualsiasi posto io vada arriva sempre il momento in cui voglio tornare a casa. Ma devo dire che in Egitto quel momento non è mai realmente arrivato.
Si, dopo tre settimane cominciavo ad essere un po' stanca ma era più una stanchezza legata al fatto di non essere in un ambiente pulito. (il residence era davvero zozzo, se avessi avuto la possibilità di vivere in una casa diversa non avrei trovato motivo per tornare a Milano). Non mi sono mai stancata del traffico, della gente, dello sporco. Non sono mai stata importunata, non sono mai stata inseguita, non ho mai avuto problemi di alcun tipo. Premetto che per quattro settimane ho cercato di mimetizzarmi e non andare mai in giro senza turbante o con le maniche corte.
Ovvio, la faccia non la posso cambiare ma credo di aver dato veramente poco nell'occhio e per la maggior parte delle volte venivo scambiata per Iraniana o turca e a me andava decisamente bene.

Prima di partire avevo fatto una serie di approfondimenti su come comportarmi, cosa dire, cosa non fare, come vestirmi ecc, e magari questo ha aiutato parecchio la mia permanenza. Si, gli imprevisti ci sono stati ma gli stessi che potremmo trovare in ogni parte del mondo.
Gli egiziani sono un popolo un po' burbero, sono casinisti, fanno rumore, urlano e amano usare il clacson. Ah quanto amano usare il clacson. Giorno, notte...non importa dove e quando. Bisogna usarlo.
Sembrano anche un po' cafoni, sembrano arrabbiarsi per nulla ma in realtà sono un popolo disponibile, forse stanco dagli ultimi avvenimenti, forse un po' fermo su certe convinzioni ma sono un bel popolo.
Come dicono sempre loro: EGYPTIAN PEOPLE DON'T CAREEh si, they don't care about anything. Non importa cosa mangiare, come vestirsi, come risultare più educati, non importa se le loro usanze possono sembrare diverse, eccessive o arretrate. A loro non frega niente e vi dirò una cosa, fanno molto bene. Dicono sempre che l'unica cosa buona che c'è in Egitto è la gente e forse hanno ragione..

Forse noi ci soffermiamo troppo davanti alle cose da fare, agli impegni..ed è una mentalità molto europea. Quando vai in un villaggio turistico in Egitto non puoi dire di essere stata in Egitto perchè gli egiziani non sono quelli che lavorano nei resort italiani o stranieri. Gli egiziani che vivono la vita "vera" il venerdì si svegliano alle 4 del pomeriggio.
Pranzano alle 7 di sera e cominciano a vivere la giornata alle 9.
Gli egiziani il giovedì sera si buttano in strada, iniziano il week end e ti fanno capire che è festa. Che domani non si lavora e che domani sarà scialla.
Si, loro sono cosi. Se potessi usare una parola per difinirli direi che gli egiziani sono "scialli". Ovvio, non tutti, non tutti si svegliano alle 4 il venerdì pomeriggio, non tutti sono ritardatari, non tutti sono burberi o cafoni ma sono comunque un popolo dalle mille contraddizioni e a me sono piaciuti perché veri. Non vogliono farti vedere qualcosa di diverso da ciò che sono...Non è come da noi che magari diamo un'impressione e poi la realtà è diversa...

La prima settimana è volata senza che io me ne accorgessi anzi, l'intera vacanza è volata senza che io me ne accorgessi. Ogni giorno era una cosa nuova e ad ogni scoperta era una soddisfazione. Imparare l'arabo è stata una scelta importante e non sono partita pensando di imparare chissà cosa ma sono tornata sapendo più cose di quel che avrei potuto immaginare. Sarà un percorso lungo, a tratti difficile, ma se mi ha regalato cosi tante soddisfazioni in 4 settimane chissà in un anno accademico.

Il Cairo è sporco. Sporco da morire. La spazzatura è in ogni dove e gli egiziani non si preoccupano minimamente di abbandonare i loro rifiuti in giro.
Hai finito l'acqua? Cosa la  butti a fare in un cestino? Gettala direttamente a terra.
E con questo principio gettano tutto.
Gli egiziani non usano la carta igienica. Non usano lo scottex e usano raramente i tovaglioli a tavola. Nei ristoranti si trovano le posate ma principalmente si mangia con le mani e il cucchiaio. Per quanto io sia schizzinosa una volta varcata la soglia dell'aeroporto ho cambiato testa, occhi e abitudini. Non vai in un Paese cercando quello che hai appena lasciato, viaggi per scoprire e io non volevo risultare di certo l'italiana schizzinosa che viaggia e pretende di trovare pulizia e ordine in ogni dove...(Come se poi in Italia ci fosse cosi tanta pulizia e ordine :D)

Il traffico è incredibile, le macchine non si spostano e se hanno margine di corsa, corrono. Corrono come fossero nei video giochi. Per tornare da Mall of Arabia (che se non sbaglio è situata nella zona di 6th October ed è il secondo centro commerciale più grande al mondo dopo quello di Dubai) ho avuto paura di prendere il volo e arrivare a casa in elicottero.


Qui sopra la fontana situata all'esterno del centro commerciale in mezzo a tutti i ristoranti.

La scuola che ho frequentato IH CAIRO, nota anche come ILI (International Language Institute) è un'ottima scuola. La mia insegnante di Fuṣḥa era di una dolcezza infinita. May resterà davvero una perla per me durante quelle quattro settimane.
Ogni volta che mi dava una pacca sulla spalla mi faceva sentire che ce la stavo mettendo davvero tutta e non è facile tornare a studiare sui banchi di scuola dopo 10 anni che non studi più, specialmente a studiare una lingua come l'arabo.
Ma dai, ce la si può fare. Ce la si fa sempre!
Credo che per la prima parte sia tutto. Sia chiaro, i lati positivi e negativi in un Paese ci sono sempre. Io vorrei affrontare con voi entrambi gli aspetti di questa terra che in tanti ignorano o considerano "feccia". Un Paese con mille problemi, mille contraddizioni ma che può regalare comunque tanto!